Resoconto degli incontri di riflessione, 25-29 ottobre 2018. Persone diverse, esperienze ed età diverse, storia politica diversa, cosa li porta a sedersi al tavolo della riflessione? Questa domanda ha dato il via alla mia, personale, riflessione riguardo a ciò che volevo indagare in queste due serate di incontro e ricerca di significato.
Il lavoro di gruppo e la condivisione fanno parte del metodo di lavoro che mi è stato insegnato, vagamente, sui libri e di cui faccio esperienza quotidiana, nel quale le idee e le persone hanno la possibilità di emergere ed essere ascoltate, per questo mi è sembrato il modo migliore di organizzare gli incontri.
Con grande piacere ho potuto constatare che la risposta dei partecipanti alla sollecitazione, su quale fosse la motivazione che spinge ognuno a sentirsi legato al Partito Democratico, è stata varia, sentita e ricca proprio come le persone sedute attorno a me.
Ogni contributo ha aperto la possibilità di conoscersi meglio, rimettere al centro motivazioni e valori, talvolta creduti persi, lasciando spazio alla critica costruttiva e all’ascolto.
Spaesamento è il primo termine che apre la discussione, che porta alla domanda “io, perché il PD?” e alla risposta “ il Partito Democratico risponde ancora al perimetro valoriale nel quale riconoscere se stessi e gli altri in una fraternità necessaria sostenuta dall’attenzione alla cultura, fonte viva di questa fraternità”.
Il tema degli ideali, poi, ha fatto emergere l’intenso legame con il partito, di vecchi e nuovi militanti, di chi considera l’appartenenza come parte integrante della propria vita e vuole continuare a credere negli ideali di giustizia, condivisione e libertà in cui riconoscere se stesso e gli altri, ma anche di chi, da neofita, si affaccia alla politica da meno tempo desideroso di partecipare e capire ciò che accade. L’unità delle persone che partecipano e sentono il partito come contenitore valoriale ed esperienziale, oggi, è più che mai fondamentale per combattere il malessere diffuso e tornare ad essere consapevoli delle capacità di ognuno, da esprimere con orgoglio e passione per contaminare di nuovo i territori e dare “le gambe”alle idee, accettando la possibilità del fallimento senza perdere di vista l’orizzonte condiviso.
All’ autocritica necessaria va contrapposta, quindi, una decisa spinta riformista che può iniziare dal “piccolo” contributo quotidiano e dal tentativo, onesto e perseverante, di attivare processi che analizzino e perseguano il “dovere della risposta” sopratutto rispetto al tema della fragilità e della sicurezza, non più ideale prerogativa di alcuni ma reale e tangibile sentimento di disuguaglianza, che coinvolge le relazioni, la posizioni socio-economiche e l’umanità di tutti noi.
Umanità e condivisione, amicizia e fiducia, partecipazione e impegno responsabile sono alcuni dei pilastri su cui poggia la Comunità democratica, viva e solidale che si pone delle domande e sceglie il dialogo come modello di riferimento, anche quando “difendere un’idea differente” porta alla discussione, intesa nella sua accezione migliore, di spazio di incontro di personalità diverse che si confrontano entro un perimetro di valori condivisi.
A conclusione di questi incontri sono emersi gli elementi di connessione come condivisione, responsabilità, vicinanza, passione e la necessità continuare a riflettere, per non essere autoreferenziali, slegati dalla realtà, indifferenti alle disuguaglianze del nostro tempo.
Rispondere ai bisogni reali della comunità come lavoro e sicurezza senza dimenticare cultura, ambiente e legame con l’Europa, forse argomenti meno tangibili ma ugualmente necessari per restituire capacità critica e desiderio di appartenenza a chi si sente smarrito ed impaurito. Rispetto a questi temi il circolo può essere l’asse centrale della bilancia, condividere e fare, in un’ottica di reciprocità circolare nel quale le idee “escono” e ritornano al circolo per essere nuovamente ridiscusse, modificate e restituite al territorio accolto nei bisogni ma coinvolto nella co-costruzione della risposta.
Mi sembra doveroso concludere questa sintesi riportando qui alcune domande aperte emerse negli incontri: cosa vogliamo per il nostro circolo? In vista del congresso come fare una proposta concreta e l’elezione del nuovo segretario? Pensando più in generale ai prossimi impegni politici, come le elezioni europee, come creare momenti di incontro che chiariscano dubbi ed incertezze?
Siamo chiamati a fare esperienza di normalità, di rapporti tra persone e individualità che scelgono di stare insieme per un unico obiettivo, con la possibilità di affidarsi, ascoltare ed essere ascoltati.
La sinistra è un’idea di cui impossessarsi attraverso cui declinare valori e sentimenti, non perdiamo l’occasione di essere il contenitore di tale possibilità; se i desideri sono il motore del mondo, non ci resta che desiderare il mondo che vogliamo.
Cristina Ursino
Ci vediamo lunedì 12 novembre alle 21 in via Matteotti
Serata di incontro e discussione per il Congresso di Circolo e Provinciale.
Ci saranno anche Pietro VIRTUANI e Mariano DELLE CAVE candidati a Segretario provinciale del PD.